In questo periodo tutti hanno letto Il magico potere del riordino: c’è stato il cambio degli armadi e molti hanno preso spunto da questo libro per riordinare “più intensamente” degli altri anni.
Io ogni anno, durante il cambio degli armadi, sono infervorata: do in beneficienza tanta roba che me ne vergogno [perché è la prova lampante che mia madre ha ragione: compro troppe cose].
Però per me è un vero piacere: decidere di tenere solo le cose che ho messo la stagione appena passata, scegliere le cose messe ma ormai troppo consumate, rendersi conto di avere nell’armadio pezzi “vintage ma non troppo”, cioè semplicemente fuori moda.
Ecco, il trasloco per me è il cambio degli armadi all’ennesima potenza: pura goduria!
Ad esempio, ieri sera mi son seduta davanti a Frozen con i bambini, e mentre Elsa cantava la sua canzone di emancipazione, mi sono parimenti liberata di un secchio pieno di carta straccia che era contenuta in 5 o 6 faldoni denominati “banca”, “casa”, “giulia”…
Io me la godo proprio: pian piano controllo tutto e butto, butto, butto.
Un po’ mi scoccia “tenere”, ma mi piace anche semplicemente “tenere più in ordine” di prima.
Stessa cosa vale, ad esempio, per la biancheria della casa: due settimane fa ho regalato due sacchi neri PIENI di tovaglie, tovaglioli, canovacci, tappetini, asciugamani. Erano tutti o molto vecchi e rovinati o semplicemente orrendi: lasciti di bisnonne ancora con le etichette attaccati, ma “anni ’80 style”… improponibili e mai utilizzati.
Certo, a volte ci vuole coraggio, e anche una grande dose di incoscienza, perché appena buttato qualcosa ti rendi poi conto che, indiscutibilmente, ti serviva.
Ma per me la sensazione di leggerezza e liberazione che dà svuotare e buttare non ha eguali!